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N.S. Savannah - La prima nave mercantile nucleare

modello di: Carlo Alonzi IPMS #2993

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La Savannah fu la prima nave di tipo civile ad adottare la propulsione atomica, in effetti era un ibrido, in quanto si trattava di una nave mercantile con abbinate caratteristiche di nave da crociera. Nel 1955, nell’ambito del progetto “Atoms for peace” la "Atomic Energy Commission" la “Marittime Administration” ed il "Departmet of commerce" diedero vita al progetto della Savannah che si concluse con il suo varo, nei cantieri di Camden, nel 1962; la nave aveva una (limitata) capacità di carico di 14000 tonnellate.

Abbinata ad una zona da 'crociera' composta da 30 cabine di lusso, un ampio ristorante, cinema piscina e libreria. Nel suo insieme la Savannah dimostrò la fattibilità della propulsione nucleare su battelli di tipo mercantile, ma ben presto difficoltà del tipo logistico /manutentive, come la non praticabilità di tutti gli approdi e la necessità di personale, in numero superiore ed altamente qualificato, bloccarono qualsiasi ulteriore sviluppo. 
La nave fu quindi ritirata nel 1972 e, dopo varie vicissitudini si avvia a diventare un museo galleggiante che nel tempo sarà sempre ricordata come la filante nave che non faceva fumo. 
Il modello è una riedizione di un vecchio stampo anni 70, il livello di dettaglio non è spettacolare ma la scala permette buoni spazi di manovra, che abbinati alla solita forza di volontà del modellista incallito porteranno ad un ottimo risultato finale. Lo scafo si monta con relativa facilità, come solito dovremo rinforzarlo con applicazioni di plasticard, anche se, essendo un modello predisposto per far vedere al suo interno la zona del reattore, un aiuto alla stabilità della struttura ci viene dalla presenza delle paratie divisorie che delimitano appunto questa zona, ma che permettono altresì una solida giunzione nella parte centrale dello scafo stesso. 
Prima di iniziare le varie fasi di verniciatura dobbiamo fare una premessa: le istruzioni indicano quasi totalmente l’utilizzo di vernici lucide, personalmente ritengo troppo vistosa tale finitura, ho quindi optato per un semi-lucido che penso possa dare maggiore affetto realismo, considerando giustamente che il tipo di nave, non essendo di tipo militare, sarà stata sicuramente soggetta ad una più accurata e puntuale manutenzione. Di conseguenza ho applicato sulla parte emergente dello scafo del bianco semi-gloss (Humbrol 130) mentre per la parte sommersa del rosso scafo classico opaco (Humbrol 73), successivamente ho effettuato delle leggerissime lavature con inchiostro di china nero molto diluito ed ho applicato le decals fornite, il tutto è stato completato con l’applicazione delle ancore, dell’elica e del timone. 
I ponti superiori presentano qualche problema: da chiudere i fori predisposti per delle improbabili battagliole fornite nel kit e per altre situazioni che avremo previsto di sostituire con parti fotoincise perché' sovradimensionate, la sezione prodiera del ponte è la più estesa e riporta i segni degli estrattori su ogni segmento in cui è suddiviso; il problema è eliminare tale inestetismo senza rovinare la delimitazione in rilievo del ponte stesso, necessita una lama piatta di sezione fine ed una mano ben ferma, eventuali rifiniture sono da effettuare con carta vetrata molto fine. Sullo stesso ponte sono ricavate le quattro stive per le merci, si dovrà decidere come usarle; io ho optato per una chiusura delle stesse con gli appositi coperchi, meno che per una sezione che ho lasciato aperta e dove ho inserito alcune balle di materiale variamente dipinto. 
Eseguiti gli interventi può iniziare il lavoro di verniciatura sempre ad aerografo; il colore delle superfici orizzontali e' un particolare verde (Humbrol 88 opaco) che rende particolarmente accattivante l’insieme, lo stesso sarà utilizzato per tutte le altre parti di ponte. Proseguendo verso poppa, il livello successivo rialzato non presenta grossi problemi, fino ad arrivare al ponte più alto dove troneggia il complesso ovoidale di comando, che tratteremo in seguito, riscendendo verso poppa incontriamo altri due livelli che tratteremo allo stesso modo, chiudendo le parti non necessarie e predisponendo la superficie per accogliere i numerosi interventi di dettaglio che andremo ad applicare. 
Iniziando appunto a parlare dei vari interventi sulle sovrastrutture, partiamo dalla grossa struttura ovoidale che comprende la plancia principale di comando: l’incollaggio delle sezioni che la compongono non è precisissima, dovremo intervenire con alcune stuccature per rendere omogenee le linee curve, il tetto della struttura viene sempre verniciato con il solito verde, mentre le fiancate sono in bianco (sempre semi-lucido), per rendere più realistica la parte frontale, con le ampie finestrature, ho applicato all’interno una piccola striscia di acetato colorato con un pennarello azzurro, per rendere l’effetto vetro, per completare il tutto abbiamo quindi inserito varie antenne e sensori. 
Sullo stesso ponte sono presenti le quattro grosse lance di salvataggio, che non posseggono molti dettagli interni, si è quindi deciso di riprodurle ricoperte dei teli per semplificare il tutto, andranno invece molto assottigliate i bracci dei paranchi per la messa a mare delle scialuppe stesse, che sono veramente fuori scala. 
Scendendo incontriamo la zona ludica della nave, infatti su questa sezione di ponte era presente una piccola piscina, che nel kit era rappresentata in maniera molto superficiale; siamo intervenuti recidendo la parte interna in modo da ottenere il solo bordo laterale, a cui abbiamo applicato una 'scatola' di plasticard per dare la sensazione di profondità e verniciato la stessa con del colore azzurro tipico delle piscine, la sensazione di realismo è culminata con l’applicazione, nell’invaso stesso di una giusta quantità di Vernidas, un liquido molto denso utilizzato per dare la finitura lucida alla pasta Das, che una volta essiccato rimane trasparente realizzando un buon effetto acqua. 
Per finire sull’estremo ponte di poppa è stata inserita la struttura sopraelevata che prevede gli organi di comando secondari, dove spicca la grossa ruota di un timone vecchio stampo che riporta all’augusta epoca dei velieri. Un discorso a parte meritano i numerosi picchi di carico (12) che fanno perno su tre grosse strutture a traliccio presenti due nella parte prodiera e una nella parte poppiera, i pezzi forniti nel kit erano decisamente sovradimensionati e poco dettagliati, le possibilità non erano molte: o tentare un superlavoro di affinamento molto dispendioso, o buttare tutto e ricostruirli con tondini di ottone, ho optato per la seconda ipotesi che oltre ad essere la più realistica conferiva anche una maggiore robustezza all’insieme, a modello quasi terminato per evitare accidentali danni, sono state applicate tutte le numerose funi che regolavano l’utilizzo dei vari picchi di carico, funi riprodotte con filo da pesca colorato di nero ed applicate con del cianoacrilato. 
Chiaramente essendo il modello di tipo civile, e quindi spurio di tutti quei particolari che troviamo in quelli militari, si è deciso di intervenire dettagliando e movimentando i ponti in vari modi: sono state inserite tutte le battagliole utilizzando quelle più vicine alla realtà prelevandole da fogli fotoincisi di origine militare, le stesse sono state applicate su tutti i bordi liberi dello scafo e sulle scale interne che collegavano i vari ponti; il primo filo delle stesse è stato verniciato con del marrone semilucido per riprodurre il corrimano in legno tipico delle navi da crociera. 
Successivamente il tocco finale lo hanno dato i figurini della ditta L’Arsenal, che opportunamente colorati si sono disposti sui vari ponti nelle più disparate mansioni: operai in tuta blu nella stiva aperta per coordinare lo spostamento delle merci, delle quali una appare appesa ad uno dei picchi di carico, altri, in costume, prendono refrigerio ai bordi della piscina, altri si godono il paesaggio marino dai bordi della nave sotto lo sguardo attento degli ufficiali dell’equipaggio in stretta divisa bianca! Terminata la nave vera e propria ho dedicato un po’ di tempo ad un modello nel modello; infatti il kit prevedeva la ricostruzione del reattore nucleare adibito alla propulsione, ed il suo inserimento nello spaccato predisposto nel ventre dello scafo, si deciso di costruire la nave con la zona interessata chiusa, ma di montare comunque il reattore, colorandolo adeguatamente ed esporlo a lato della nave stessa insieme ad un display dei dati salienti riguardanti l’intero progetto. 
In conclusione possiamo dire che il divertimento non è mancato, l’impegno è stato profuso in maniera più serena in quanto si trattava di un pezzo non militare e quindi per certi versi più leggero, il risultato lo considererei buono, anche in virtù del fatto che, forse proprio perché' non militare, la documentazione reperita (libri/internet) non è stata particolarmente copiosa, e quindi il livello di dettaglio, specialmente per le zone interne della nave, non ha potuto essere soddisfatto al meglio. Rimane comunque la soddisfazione di aver costruito qualcosa di originale e poco conosciuto, che ha fatto comunque la storia del progresso delle imbarcazioni navali moderne

 

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